Hotel le dune – porto pollo sardegna. Un luogo da evitare


Se amate la Sardegna, sapete che i luoghi non sono tutti apprezzabili per i turisti tuttavia il residence le Dune a Porto Pollo grazie al suo titolare credo che abbia raggiunto un limite difficilmente uguagliabile in quanto a cinismo.

Lo scorso anno, in vacanza con la famiglia abbiamo deciso di noleggiare una imbarcazione per fare un giro delle isole dell’arcipelago della Maddalena. Io ho la patente nautica dal 1992 e tra barche a vela e a motore ho una buona esperienza. In mare puo’ sempre capitare qualcosa tuttavia non avrei immaginato un incidente così grave, avvenuto dopo il primo bagno e un’oretta scarsa di navigazione, mentre cercavo di calare un’ancora elettrica rimasta bloccata per fermarci una seconda volta. L’ancora inaspettatamente si sbloccò di scatto risucchiando e amputando un dito a mia moglie. Fu una tragedia che non solo rovinò le vacanze a tutto il gruppo, ma soprattutto un incubo per i ragazzi che hanno visto sangue schizzare dappertutto, e una sofferenza atroce per mia moglie trasportata d’urgenza dalla guardia costiera al Pronto della Maddalena e di seguito all’ospedale di Tempio Pausania dove fu operata d’urgenza fortunatamente da un medico competente che purtroppo, però, non ha potuto salvare il dito.

Io, affranto, dovevo riportare indietro il gommone e a terra gli altri partecipanti alla gita non ho potuto nemmeno rimanerle accanto e darle conforto. Ciò che più mi ha sorpreso fu l’atteggiamento del noleggiatore e degli addetti al molo. Invece di comprendere la tragedia dell’incidente gli addetti ci fecero notare la barca sporca di sangue, chiesero ai ragazzi di non camminare con le ciabatte sul natante, presero ripetutamente a calci l’ancora per l’attracco (evidentemente proprio non funzionava) e per finire, come se nulla fosse, mi fu richiesto il pagamento del carburante per una barca usata meno di mezza giornata dopo averla pre-pagata 400 € per tutta la giornata.

Dopo avere chiesto i dati assicurativi me ne andai senza pagare il carburante, disgustato dalla meschinità del noleggiatore, fiducioso che almeno l’assicurazione “La Milanese” dell’imbarcazione ci avrebbe rimborsati del danno. Trascorso un anno dall’incidente mia moglie continua ad avere disagi fisici e psicologici per l’amputazione mentre l’assicurazione si sta attaccando ad ogni cavillo per non rimborsare niente. Ho quindi telefonato al proprietario del residence le Dune, per avere aiuto a sbloccare positivamente la situazione con l’assicurazione. Lui si ricordava bene di noi, non tanto per l’incidente, ma per il fatto che non gli pagai 80 € di carburante ce ancora una volta mi accusò, invece di favorire l’ottenimento del risarcimento.

Sono schifato e questa volta ho deciso di raccontare a tutti la storia surreale che ci è successa per evitare che capiti ad altri una situazione così inumana in cui non solo le assicurazioni che dovrebbero risarcire i danni gravi (altrimenti a cosa servono) si rifiutano di farlo ma un gestore di esercizio turistico come “Le Dune” di Porto Pollo si comporti in modo cosi insensibile con i suoi clienti. Mi spiace sia successo nella bella in Sardegna e in cui credo che non torneremo più.

Impegno per l’ambiente: è il momento di agire…smettiamola di parlare solamente


E’ bello scoprire che esistono società che hanno questa mission e vision… e sono italiane

I Valori di NWG

NWG - Vision & mission

Il nostro obiettivo è assicurare uno stile di vita migliore alle famiglie italiane e alle generazioni future

Diffondere tecnologie a basso impatto ambientale e comportamenti ecosostenibili promuovendone l’utilizzo alle famiglie e alle piccole e medie imprese è ciò che ci siamo proposti fin dall’inizio.

La nostra è una politica aziendale che mira, infatti, a conciliare gli obiettivi economici con quelli sociali e ambientali nell’ottica di assicurare un futuro migliore e più sereno alle generazioni future.

Il nostro paese è fatto al 90 % da piccole imprese che con le famiglie sono il vero network economico del paese. Finora con Cloudea ho cercato di diffondere una nuovo cultura dell’informatica per dare a questa realtà le stesse opportunità che hanno le grandi aziende per quanto riguarda la produttività. Adesso è il momento dell’ENERGIA.

Energia sostenibile per contrastare e cancellare con il tempo il potere del petrolio, che sta distruggendo l’ambiente e la società. Le ricchezze accumulate a spese dell’ambiente dal business del petrolio sono enormi. L’energia sostenibile per uno sviluppo eco responsabile deve anche essere economicamente gestito in modo differente. Non ricchezza in mano a pochi ma distribuzione delle ricchezza a tutta la comunità.

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Ecco cosa significa per NWG “….Il nostro obiettivo è assicurare uno stile di vita migliore alle famiglie italiane e alle generazioni future….”. Dare a tutti la possibilità di vivere con maggiore ricchezza senza rovinare l’ambiente che ci circonda.

Entrare in questo network e cominciare a fare del bene a se stessi, e dare un futuro migliore i propri figli è per me un dovere considerando la visione che ho sempre avuto, infatti sono entrato ed ho scoperto un mondo di opportunità.

Report sui rischi globali 2015 del WEF (World Economic Forum)


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Ecco i principali rischi per la nostra società globale segnalati ogni anno dal WEF nel report “The global risk report” . Nel 2015 il preso dei rischi Geopolitici è più alto che in altri anni, dove invece erano prevalenti i rischi ambientali.

Dal report che potete scaricare si legge:

“…The fragility of societies is of increasing concern, fuelled by underlying economic, societal and environmental developments A major driver of social fragility is rising socio-economic inequality within countries, although it is diminishing between countries. Among the members of the Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD), the average income of the richest 10% has now grown to about nine times that of the poorest 10%. In other countries, the ratio is even higher: for example, more than 25 times in Mexico….”

Mentre infatti le differenze di ricchezza tra i paesi si sta assottigliando perché i paesi ricchi crescono meno mentre i paesi emergenti crescono di più, all’interno dei singoli stai le disuguaglianze tra i cittadini ricchi e quelli poveri aumentano a dismisura.

In realtà anche a livello globale la differenza di ricchezza tra le famiglie ricche ed il resto della popolazione sta aumentando però le tensioni sociali che si possono creare avvengono dentro uno stato di diritto quindi la maggiore preoccupazione è rivolta ai paesi dove maggiore è la disuguaglianza sociale. L’Africa fa storia a se perché non riesce ancora ad emergere dal punto di vista della ricchezza ed ha continue guerre interne che distruggono valore.

Tutti questi fenomeni di distribuzione della ricchezza e di ineguaglianza del capitalismo, dell’inutilità della crescita del PIL etc… sono descritti in un libro di 600 pagine che riscrive la storia economica delle nazioni ..” Il capitale del 21simo secolo di Tom Piketty “.

Qui troverete spiegate le dinamiche economiche dei capitali e delle ricchezze delle nazioni e delle famiglie dal 1700 ad oggi e le dinamiche di crescita decrescita dei paesi.

Le ingiustizie sociali e politiche create dal capitalismo incidono pesantemente sulle ricchezze delle nazioni creando situazioni paradossali in cui i singoli cittadini o gruppi di essi sono più ricchi ed hanno più potere di governi che dovrebbero agire nell’interesse di tutti. Quindi la democrazia sempre di più asservita al potere economico e non c’è apparentemente alcuna via di uscita.

Una via per la libertà esiste…


Prima di capire che serve una via per essere liberi, bisognarebbe avere la consapevolezza che siamo, tutti o quasi, schiavi del sistema economico e politico in cui viviamo, che qualcun’altro ha creato per i propri interessi.

Tutta la cultura occidentale si basa sulla fede nella bontà del sistema capitalistico per la ricchezza ed il benessere delle persone, ma già quando negli Stati Uniti si stava scrivendo la costituzione democratica si ponevano consapevolmente le basi per una struttura oligarchica della società. La proprietà privata, gestita come lo è oggi, alla luce di quanto sta sucedendo e su basi scientifiche può solo portare all’accumulo della riccheza in poche mani. Oggi 81 super ricchi del mondo possiedono 1/2 della ricchezza del pianeta. I fondi di investimento Blackrock, Vanguard Group, Fidelity,Capital Word, State Street, T Rowe Associates, Berkshire Hataway, Goldman Sachs, e pochi altri posseggono una ricchezza in aumento che nel 2011 valeva 650.000 miliardi di dollari. Per fare la giusta proporzione lo stesso anno il PIL del pianeta era di 75.000 miliardi di dollari, 1/10 della ricchezza finanziaria in mano ai principali fondi di investimento globali.

Se si considera che gli stessi fondi posseggono le società di rating, in gioco è fatto. Declassare, investire, arricchirsi, inflazionare, creare prodotti finanziari elaborati, distribuire ai ricchi partecipanti al gioco, è quello che sta succedendo negli ambienti finanziari, fuori da ogni controllo governativo, dal momento che gli stessi governi sono soggiogati dal debito creato dalla loro incompetenza.

Le iniezioni di liquidità, che creano bolle speculative, i derivati che aumentano la massa monetaria globale e che sono venuti alla ribalta con i “titoli tossici” sono attività finanziarie all’ordine del giorno, per creare ricchezza per pochi dal nulla. Tutti gli altri vedono solo le briciole di questa ricchezza e subiscono l’effetto finale che è l’inevitabile inflazione continua. I prezzi aumentano sempre, come mai non diminuiscono? Solo quelli della tecnologia diminuiscono perchè la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti crea un effetto virtuoso. Tutti i prezzi aumentano senza apparente necessità. Ogni anno per vivere abbiamo bisogno di più soldi, noi che siamo i servi della gleba del nuovo “capitalesimo” neologismo descritto dal libro omonimo di Paolo Gila (ed. Boringhieri 2013).

Film come IN TIME rappresentano bene questo fenomeno, con l’allegoria del tempo che ci manca per morire e che diminuisce continuamente, perchè con i minuti acquistiamo le cose che ci servono per vivere e siamo pagati per il lavoro. Ma il prezzo delle cose che ci servono aumenta sempre quindi la lotta contro il tempo che diminuisce verso la morte, nel film è una battaglia persa. Noi oggi conosciamo bene l’aumento del costo della vita. Questo ci

costringe a vivere con la testa bassa per lavorare senza pensare, mentre qualcuno gode della ricchezza che produciamo e quando crediamo di avere raggiunto un po di ricchezza anche noi, tutto aumenta, e scoppia qualche bolla, qualche crisi creata ad hoc ci rimette sulla strada della soggiogazione al nostro destino di schiavi.

Meno male che l’Euro ci ha dato stabilità, sembra, ma è evidente che è stato creato per agevolare i grandi fondi di investimento nella loro attività di controllo dei Governi e delle politiche continentali. Oggi L’Europa ed in particolare l’Italia sono soggiogate dal debito pubblico, ma non sono esenti altri paesi con economie avanzate. I fondi possono decidere liberamente quale paese fare fallire, dove creare bole specuative semplicemente spostando i flussi monetari con un computer. Tutti gli investimenti sono governati da software in telligenti che eseguono milioni di transazioni automticamente in cascata, quindi creare una crisi è questione di volontà e di un click. Le leggi di regolamentazione sono fatte da Governi, ma i governi sono “posseduti” o “soggiogati” da interessi economici quindi non può esistere la democrazia. I governi stessi devono vivere e lottare per difendere il paese dal debito, dai fondi stessi, e permettere a se stessi ed al proprio popolo di sopravvivere, non nanno risorse per creare benessere. Intanto il sistema capitalistico permette a pochi super ricchi di accumulare ingenti ricchezze e costringe gli altri alla povertà.

In questo articolo apparso sul settimanale l’Internazionale poco tempo fa viene descritta bene la situazione in cui viviamo http://www.slideshare.net/Silviofilippi/neodemocrazia-e-capitalismo. Non è l’unico scritto su questo tema. In realtà se cercate bene la rete, e la stampa internazionale sono piene di riflessioni sulla situazione attuale. I Italia si legge solo delle nostre beghe politiche e dell’Europa, ma da altre parti si discute di cose più fondamentali che ci toccano, se desideriamo veramente la libertà.

Io credo che un passo verso la nostra libertà sia comprendere, e poi agire con consapevolezza, cercando di vivere senza favorire ove possibile quelli che ci stanno soggiogando. Purtroppo più di questo senza una rivoluzione sociale non si può fare.

Una parte di autori che ci aiutano a comprendere la realtà in cui viviamo e ci rendono più liberi sono altre a Gilda, Jeremy Rifkin, Mark Buchanan, Von Mises (1900), il sito www.usemlab.com, Monia Benini, e tutti gli autori che scrivono su l’Internazionale di cui consiglio vivamente l’abbonamento.

E’ possibile lavorare bene in Italia con lo “Smart Working” ?


Alla presentazione della ricerca dell’Osservatorio “Smart Working” della scuola di amministrazione del Politecnico di Milano, sono presenti come sempre quasi 200 persone e altrettanti sono online collegati al video streaming. La scelta di non costringere le persone a muoversi ma dare la possibilità di seguire l’evento dall’ufficio o da casa è in linea con la modalità di lavoro promossa da questo osservatorio e dai suoi partners.
Mariano Corso, Ordinario di Organizzazione e Risorse Umane del Politecnico di Milano e responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working, che ha presentato i risultati della survey realizzata su 200 manager italiani, focalizzandosi su tre aspetti che insieme definiscono il profilo del cosiddetto “Smart Working”: l’organizzazione flessibile dello spazio e dell’orario di lavoro, il supporto dato dagli strumenti ICT e il cambiamento degli spazi fisici all’interno delle imprese, che in molti casi, fra cui Microsoft, è un ottimo punto di partenza per l’innovazione del lavoro. Personalmente ho sempre lavorato così o quasi, prima in Accenture con le postazioni di ufficio “prenotabili”, i “cubotti” per mettere la propria poca carta rimasta e tante risorse accessibili attraverso il portale intranet. Sempre da consulente, solo in lunghi progetti presso i clienti potevo aspirare ad avere una scrivania quasi fissa, comunque anche qui per motivi di spazio quando qualcuno era assente altri occupavano la postazione libera. In Microsoft, lavorando tra Torino e Milano, da subito ho imparato, anzi ho continuato ad avere le mie cose in spazi “virtuali” più che reali, anche se una scrivania assegnata fino al trasloco nella nuova sede di Peschiera Borromeo l’ho avuta. Successivamente tutte le postazioni e gli uffici sono diventati flessibili e assegnabili su prenotazione in base alle esigenze. Da sempre però Microsoft ha offerto ai dipendenti la linea Adsl veloce, la chiavetta internet e tutti gli strumenti, come la Unified Communication per essere reperibili ovunque e lavorare da casa. Quando ho creato Cloudea, utilizzando i servizi Cloud per la produttività di Office 365 la flessibilità dello spazio è diventata naturale e oggi tutti i documenti sono scannerizzati immediatamente all’arrivo e conservati su SharePoint Online accessibili ovunque. I colleghi, ma anche i collaboratori esterni, i clienti e alcuni fornitori sono integrati nella rete di comunicazione di Lync Online per cui le comunicazioni sono immediate e sicure. Skype viene anche utilizzato ma solo per le comunicazioni relative alla vita privata. Le caselle mail di Exchange online che mi seguono ovunque come i calendari ed i contatti condivisi con i colleghi permettono di essere disponibili immediatamente per i clienti anche quando viaggio. In pratica ho imparato a dividere gli luoghi di lavoro dal punto di vista della rumorosità dell’ambiente o della disponibilità di internet veloce per fare riunioni online, che sono giornaliere, piuttosto che per posizione fisica di ufficio. Quando serve utilizziamo un ufficio “in affitto” potenzialmente disponibile in qualsiasi città e se non ci sono visite da clienti o eventi a cui bisogna presenziare di persona, si lavora da casa. Cloudea è per nascita e scelta una società dove lo Smart Working è l’unico modo possibile di lavoro e devo dire che questo è apprezzato da tutti.

Intanto vedo intorno aziende che sono organizzate e lavorano con strumenti vecchi e modalità lontane, lamentando una produttività sempre più bassa e difficile da comparare con i concorrenti stranieri che sono tecnologicamente più attrezzati per lavorare con nuovi processi ed organizzazioni più efficienti. Ci sono troppi miti da distruggere per arrivare ad essere veramente efficienti ed efficaci lavorando in modo nuovo. Primo fra tutti “il tempo”; l’orario del lavoratore “smart” deve essere flessibile. Non tutti però lo possono essere, perché alcuni lavori legati alla produzione e quindi alle macchine, oppure quelli legati “al pubblico” devono avere la certezza dell’orario. Una buona parte di attività invece se si scollegano dai ritmi sincroni, ma utilizzano anche strumenti asincroni, come accessi alle informazioni in qualsiasi momento della giornata, e ovunque, possono diventare temporalmente flessibili. Il loro controllo, che ci deve essere deve però essere regolato da obiettivi e non dalla presenza in un luogo o online per un certo tempo. L’altra dimensione che deve essere considerata diversamente è lo spazio: con gli strumenti giusti lo spazio per i lavoratori delle informazioni, non esiste come vincolo.

In realtà non è cosi’ perché ci sono spazi idonei e connessi ed altri meno idonei e meno connessi online. Ci sono spazi per riunioni, per eventi o per concentrarsi, spazi comodi senza necessità di viaggi, e spazi scomodi ma necessari per stringere la mano a persone e guardarle negli occhi. Insomma il concetto di spazio diventa funzionale alla tipologia di lavoro o relazione che si vuole svolgere. Le aziende che hanno realizzato lo smart working hanno aumentato la produttività perché le persone avendo più servizi e flessibilità lavorano più serene, hanno ridotto alcuni costi e complessivamente poiché la tecnologia costa sempre meno degli spazi reali, risparmiato. E’ il segreto di pulcinella per essere competitivi oggi, ma allora perché molte aziende non hanno progetti di innovazione che vanno in questa direzione. Perché gli imprenditori per primi non lo applicano alla propria vita lavorativa e di conseguenza neanche la maggior parte dei manager di conseguenza non si sente la necessità di cambiare modo di lavorare in molte aziende, salvo poi lamentarsi del calo di produttività? Dall’osservatorio e dalla ricerca presentata al pomeriggio da Doxa si comprendono tutte le problematiche collegate. Per il momento gli esempi realizzati sono di grandi aziende: Tetrapack, Barilla tra i vincitori del premio del MIP.

In sintesi ogni cambiamento sulle persone è complesso e richiede molto lavoro di formazione che oggi nessuno viole affrontare essendo altre le urgenze. La ricerca dell’osservatorio ci svela i benefici realizzati da chi l’ha adottato ed i blocchi al cambiamento di chi invece non l’ha fatto. L’executive summary come sempre è accessibile tra qualche giorno gratuitamente da www.osservatori.net, ed il report completo per gli utenti premium abbonati. Gli strumenti per realizzare lo smart working lo trovate su www.cloudea.it e www.cloudea.net e noi siamo a disposizione per qualsiasi aiuto a realizzare i progetti di innovazione in tale direzione.

Anche quest’anno interessanti conferenze da Technicalconference


Il panorama Italiano, nonostante la crisi, è pieno di attività di formazione e di eventi. Da un po’ di anni il riferimento per gli specialisti in tecnologia Microsoft è Technicalconferences, l’organizzazione creata da alcuni super esperti e speaker internazionali per diffondere la cultura tecnico specialistica nel nostro paese. Il 2013 però è l’anno della svolta, infatti con alcune conferenze come la Mobile Conference che si terrà a Bologna il 28 Ottobre e la Cloud Conference del 25 Novembre (da confermare) l’organizzazione apre i suoi orizzonti su altre tecnologie NON Microsoft. Per il Mobile è quasi obbligatorio parlare di iOS e Android, oltre che di Windows, ma non viene citato Blackberry! Inutile dire che nonostante tutti gli sforzi di adeguamento, l’astro della posta elettronica ovunque sta decadendo velocemente. La conferenzaimage sulle piattaforme Mobile in voga si preannuncia interessante considerando la professionalità dell’organizzazione nella scelta degli speakers ed il prezzo per una giornata fitta fitta di momenti di formazione (199€ fino al 22 Settembre anziché 299€) è molto competitivo considerando che le giornate di corso per i tecnici specializzati si aggirano mediamente sui 300/400 € al minimo. E’ una conferenza che apre al mondo delle piattaforme differenti da Microsoft ed è in linea con i piani strategici di Techicalconference che ha deciso di posizionarsi sul panorama italiano come leader nella formazione tecnica specialistica attraverso le conferenze all’americana, indipendentemente dalla tecnologia di riferimento.

Passare dall’ecosistema Microsoft al mondo ICT esteso non è un passo facile, ma dovendolo fare obbligatoriamente per la Mobile Conference si crea un precedente importante e significativo. Un altro cambiamento è il formato delle conferenze per il prossimo anno 2013/2014 che si riduce in modo da salvaguardare la qualità delle sessioni e la possibilità per i partecipanti di seguirle tutte.

Anche la qualità degli sponsor è selezionata: meglio pochi ma buoni!  Infatti i posti fisici nelle location in cui le conferenze sono organizzate sono limitati e i pochi sponsor che parteciperanno avranno il massimo della visibilità e potranno entrare in contatto facilmente con tutti i partecipanti. Come tutti gli anni potete contattarmi in qualità di  Sponsorship Manager delle conferenze di technicalconference  per scegliere se partecipare come Sponsor o no e avere consigli su sulle migliori modalità di sponsorizzazione il cui prezzo di ingresso è diminuito sensibilmente. Una sponsorizzazione Silver parte da 900€ solamente e include già un ingresso alla conferenza.

Potete contattarmi per questa attività alla mail a sponsorship.manager@technicalconference.it o al tel.: +39 3925730603

Buona Formazione!

Ecco come Euro, Governi, Meteo e Speculazioni finanziare sono collegati e la distruzione del pianeta non si fermerà


Non è stato semplice, ma leggendo qua e la sui soliti temi di interesse comune, e soprattutto evitando accuratamente l’informazione televisiva e giornalistica Italiana mi sono fatto un quadro chiaro di come vanno le cose e delle poche o nulle prospettive, che hanno le generazioni future. Non sto parlando dell’Italia, per cui sarebbe facile prevedere una morte lenta per asfissia economica, per quel paese che conosciamo oggi, e forse una rinascita in mano a Cinesi e Tedeschi.

Sto parlando del pianeta e della condizione del 99% delle persone, anche nei paesi sviluppati sono ridotte a servi della gleba nel nuovo feudalesimo finanziario che si sta profilando. Le letture da cui ho preso le informazioni sono alla portata di tutti ed io ho semplicemente collegato notizie a riflessioni sul Tempo Meteo, sulla Crisi Finanziaria, con la crisi dei Governi e le scelte attuali che alcune nazioni stanno facendo. Citerò in particolare il settimanale “Internazionale” una delle poche fonti di informazione serie rimaste in Italiano per chi non vuole leggere i giornali in lingua straniera. Infatti  riporta una selezione di stampa da tutti i paesi esclusa l’Italia. Altri spunti sono presi dal libro “Il Capitalesimo” di Paolo Gila che mi ha permesso di comprendere a fondo i fenomeni degli ultimi mesi e la direzione del futuro.

Ma veniamo al cuore della riflessione conclusiva che spiegherò: “Ci sono forze finanziarie potenti che governano il mondo al di sopra dei governi e queste forze ci stanno portando alla rovina per puro interesse di pochi assetati di ricchezza e potere che si nascondono dietro alle grandi organizzazioni bancarie.” Noi, la gente comune, non abbiamo nessun potere per contrastarle. Una cosa però possiamo fare: non partecipare alla nostra eliminazione ed evitare comportamenti che favoriscono queste forze di distruzione globale. Insomma se tutti remiamo contro queste forze, forse ritarderemo gli effetti negativi per la nostra economia casalinga e per la nostra salute e quella del pianeta oltre che per la democrazia, e magari riusciremo anche a fare cambiare la direzione di marcia che oggi è prevalentemente connivente con queste forze.

La cosa difficile è comprendere le dinamiche e spiegarle alle persone che non hanno lo stesso background culturale, hanno fedi che non permettono di decidere liberamente e soprattutto sono inebriate dall’informazione comune. Del resto è nell’interesse di queste forze non condividere  quello  che sta succedendo, e mistificarlo, in realtà però nessuno riesce a controllare una situazione che si è creata perché ognuno agisce nel proprio interesse per arricchirsi a dispetto deli altri e del futuro del pianeta.

LE COMPONENTI DELLA SITUAZIONE ATTUALE

SPECULAZIONI FINANZIARIE: Ci sono organizzazioni finanziarie che sono in grado di investire quantità di denaro superiori ai deficit dei governi ed al PIL delle nazioni, quindi in imagesCANH82A7pratica condizionano le stesse scelte politiche con azioni sui mercati internazionali. Il caso Spread dell’Italia prima di Monti, è stato governato ad arte da fondi internazionali senza scopi politici, ma per avidità, e ogni nazione o organizzazione debole può essere nel mirino se serve ai fini speculativi. Solo BlackRoch vanta liquidità pari a circa 4.000 miliardi di dollari per investimenti. Si consideri, su questo tema, che la massa monetaria M3 dei derivati è fuori controllo ormai e che con le transazioni ad alta frequenza ordinate automaticamente in millisecondi dai software utilizzati e dai computer potenti si creano crisi ed anomalie come cadute e risalite veloci degli indici fuori dal controllo umano. Inoltre il potere delle società di rating e la grande liquidità che sia USA che il Giappone hanno dovuto immettere sul mercato per riprendersi avrà inevitabili effetti in bolle speculative ed inflazione.

LE CONDIZIONI METEREOLOGICHE DEL PIANETA:  Uragani più frequenti, Tsunami, disastri ecologici e anche il maltempo in Italia Nord Occidentale fanno parte di uno stesso uraganoproblema che tutti ormai riconoscono; l’innalzamento della temperatura terrestre di pochi gradi, oggi siamo intorno a + 1.5/2 ma altri 2 o 3 gradi in più sarebbero disastrosi, provoca scompensi e cambiamento delle stagioni, delle condizioni meteo con aumento di situazioni anomale rispetto alla norma che stiamo tutti subendo. Ogni consumo di petrolio e elaborazione di derivati del petrolio con emissione di CO2 peggiora la situazione, ma non ci sono scelte importanti  dei governi più inquinanti, Stati Uniti, Cina etc… che vadano nella direzione della riduzione delle emissioni.

EURO: Le monete uniche, come l’Euro, e tra poco magari il “Gulfo” per il medio oriente, monetapaventata dai paesi del golfo, sono una manna da cielo per gli speculatori che riescono a muovere i flussi finanziari con maggiore semplicità tra i vari mercati  per massimizzare il loro guadagno. Qui ci sono altri problemi connessi come la paura della Germania dell’inflazione che hanno avuto ad inizio del 1900 che porta ad una politica della BCE restrittiva e la predisposizione sempre della Germania alla conquista ed alla egemonia sugli altri paesi Europei. L’Italia nella realtà conta pochissimo in ogni scelta Europea nonostante ci facciano credere il contrario.

GOVERNI: I governi, soprattutto quelli deboli come il nostro, non hanno alcun potere per fronteggiare la speculazione finanziaria se ricade su di loro, e dovendo difendere anche le banche del proprio paese non riescono a fare gli interessi dei cittabancarottadini. Le priorità, come il recupero di produttività con la flessibilità sociale, la riduzione dei vincoli legislativi e l’utilizzo delle nuove tecnologie  e l’aumento del gettito fiscale con la lotta all’evasione e soprattutto ai paradisi fiscali, oltre che la privatizzazione dei servizi pagati  dallo stato come avviene nei paesi scandinavi, sono soluzioni possibili all’attuale crisi del debito,  ma la loro efficacia in contrasto con lo strapotere finanziario internazionale dei fondi speculativi, è possibile solo se esiste una profonda etica sociale della collaborazione per il bene comune all’opposto dell’individualismo corporativo in cui viviamo.

In Italia siamo molto lontani da questa situazione per cui siamo terreno fertile per speculazione sui titoli di stato, e per acquisti speculativi e colonizzazioni sempre più frequenti da parte degli investitori stranieri. Il nostro potere decisionale non solo all’estero ma nel nostro stesso paese diminuirà fino all’impotenza economica della nostra democrazia. E’ interessante vedere come l’informazione ci fa credere che il nostro problema sia il debito pubblico mentre  gli USA che il Giappone che la Germania stessa hanno un debito pubblico più alto del nostro anche in %. Il vero problema è l’immobilismo strutturale che uccide ogni tentativo di crescita e favorisce l’economia sommersa e le organizzazioni criminali che hanno sempre lottato contro le istituzioni ufficiali. Se si calcolasse il contributo dell’economia sommersa il debito pubblico verso il Pil avrebbero valori molto differenti.

Non parlo per ora di altre entità in gioco nello scacchiere internazionale sono: il Cybercrime tra organizzazioni e paesi in aumento, la ricerca di energie alternative per non dipendere dai paesi arabi e soprattutto la tendenza dei musulmani alla ricerca di una dimensione lontana degli schemi occidentali anche con la forza che sfocia in guerre civili violente come quella Siriana, per costruire un nuovo equilibrio del sud del mondo Orientale.

LE SCELTE IN CORSO

Alla luce della situazione di base come descritta stanno avvenendo scelte dei governi che contano che potrebbero essere condizionate dai poteri finanziari, e altre scelte delle banche che vanno contro ogni buon senso per il futuro del pianeta.

Cito Will Hutton che scrive sull’Internazionale: “… quella che venticinque anni fa era una convinzione diffusa – che il mondo dovesse contrastare i cambiamenti  climatici – si sta sgretolando. I singoli paesi si sfidano in una gara a passo di gambero, eliminando via via le (poche) penali per la combustione dei carburanti fossili. …. I mercati sono convinti che le 200 imprese energetiche più importanti del mondo bruceranno tutte le loro riserve fossili e le spingono a cercarne altre. Chi le fermerà? Per ora nessuno…”

La diffusione di Energie Alternative e Sostenibili che ci devono portare verso la terza rivoluzione industriale ed una ripresa sana dell’economia e della nostra libertà di sperare si sta sgretolando contro la resistenza strenua ma con molte risorse finanziarie del vecchio mondo legato al petrolio, al consumismo e ha tutti gli interessi consolidati in gioco.

Cito The New Yorker sull’Internazionale:”…terra-nel-petrolio

Nei prossimi mesi il presidente degli
Stati Uniti Barack Obama deciderà se
approvare la costruzione
dell’oleodotto Keystone, che
dovrebbe trasportare petrolio greggio
dalle sabbie bituminose dell’Alberta,
in Canada, alle raffinerie del golfo del
Messico…….”

Per estrarre il petrolio dalle sabbie bituminose serve energia prodotta da combustibili  fossili. Il risultato è che per ogni barile di petrolio estratto dalle sabbie bituminose, nell’atmosfera viene immessa una quantità di CO2 maggiore di quella prodotta
dall’estrazione di un normale barile di petrolio.
Se bloccherà il progetto, Obama non risolverà il problema dei consumi. Ma metterà un freno alla marcia verso la catastrofe climatica”.

Sono queste notizie che appaiono nelle pagine interne dei giornali che sono segnali forti della direzione che stiamo prendendo. La fine delle risorse petrolifere non si sta combattendo accelerando l’energia sostenibile con la ricerca, infatti i pannelli solari sono troppo cari e le persone non li adottano ad esempio, ma si continuano a cercare fonti alternative di petrolio per “ingrassare” l’economia esistente, perché chi decide ha tutti gli interessi, o perché è succube politicamente o perché connivente economicamente, a favorire la concentrazione della ricchezza e del potere in poche mani e quelle mani non sono i nostri poveri governi democratici. Parlando di Italia, che vive un po’ ai confini del mondo: negli anni i politici invece di difendere a democrazia ed il potere dei cittadini hanno fatto i propri interessi cercando di stare a galla nel panorama internazionale, ma evidentemente non le l’hanno fatta e noi affonderemo con loro se stiamo qui.

Esiste una soluzione a questo destino di servi della gleba?

Trovare una via di uscita e’ il pensiero ricorrente di tutti , ma per ora le idee sono solo nella sfera personale e non sociale. Ad esempio vivere di cose semplici e locali ai confini dell’economia e sfruttare tutta la tecnologia recente per stare in contatto con altri simili creando una economia alternativa a quella ufficiale. Potrebbe essere una idea, anche se richiede cambiamenti radicali nei comportamenti: investimenti in una casa passiva, un lavoro per cui basta la “rete”, o lavorare la campagna, la scelta di una zona connessa bene a servoInternet, e di un paese non toccato troppo dalla finanza internazionale $ € Yen che non permetta agli speculatori di entrare, soprattutto vivere in un paese a debito pubblico molto basso. Questi paesi però sono spesso poveri di servizi sociali gratuiti e quelli a pagamento sono cari, e a volte sono in zone di instabilità politica, oppure è difficile emigrarvi per le barriere all’ingresso come la lingua e le leggi per l’immigrazione.

Se non si può scappare dal mondo che ci sta distruggendo, almeno lottare con tutte le forze remando contro in base alla propria posizione: ad esempio parlando ad un cittadino Europeo ed Italiano, ma comunque non Tedesco, direi che dovrebbe lottare contro l’€ tedesco favorendo una Europa separata dalla Germania, una specie di € di serie B che euro tedescostampi liberamente la moneta e crei svalutazione controllata, favorendo l’esportazione, come fanno tutti,  senza le paure ancestrali della Merkel e fuori dall’influenza della Germania. Per fare questo si deve indebolire la Germania sia politicamente sia economicamente, con le alleanze e non comprando prodotti Tedeschi. Mi rendo conto che è difficile perché i loro prodotti sono i migliori, però ci stanno rovinando. Dobbiamo fare fallire l’Europa Unita e l’Euro attuale e creare una unione paritaria  e con forti poteri legislativi, liberarci dei nostri politici locali corrotti e unirci a nazioni che come noi lottano vogliono lottare con ogni mezzo finanziario a disposizione inclusa l’inflazione, contro gli speculatori mondiali che ci stanno comprando e condizionando.

imagesCAZPTI85Mi rendo conto che i concetti espressi in questo blog sono tutt’altro che semplici e facilmente condivisibili, ma vi assicuro che con queste chiavi di lettura comprenderete ogni cosa che avviene nel mondo e sopra le vostre teste, tranne le inutili polemiche e gli stupidi battibecchi della politica italiana e dei suoi giornalisti.

Net Campus – i giovani e Microsoft


Roma 13 Aprile 2013 il Dot Net Campus ha portato all’Università Roma 3 facoltà di Ingegneria, tanti ragazzi e professionisti in cerca di innovazione, formazione e lavoro. Gli stand più visitati sono Nokia e Adecco, ma anche quelli di Microsoft, Acer e Avanade che sono sempre alla ricerca di personale specializzato e motivato. Molte sessioni per sviluppatori ma anche sessioni “cool” sulle App, che fanno vedere la potenza di quelle mobile e dedicate al tempo libero.

E’ un ottima occasione per gli studenti che stanno finendo il coro di studi di avvicinare le aziende offrendo il proprio curriculum ed incontrando i responsabili delle risorse umane delle principali aziende del settore.

Pranzo al sacco, caffe e bibite offerti, considerando che i partecipanti non pagano sono il frutto delle sponsorizzazioni che anche quest’anno, alla quarta edizione, sono tante .

http://www.dotnetcampus.it/SponsorWP_001572

coda al caffe Gentilmente offerto da NESPRESSO

WP_001566IL “banchetto” di CLOUDEA che ha partecipato come partnerWP_001579

Altri banchetti  WP_001573WP_001564WP_001574

I corridoi dell’università dove si svolge il Campus

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Le aule dei corsi

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L’agenda è davvero ricca e va da Windows Azure alle APP molto mobile fino a Office 365, ma soprattutto tecniche di sviluppo in .NET anche sofisticate. Questo perchè i corsi sono erogati da speaker professionisti che spesso insegnano in conferenze internazionali e a pagamento.

Il Campus a differenza delle conferenze è completamente gratuito per i partecipanti ed i costi sono completamente a carico degli sponsor, pertanto più sponsor ci sono più la conferenza è ricca di eventi e opportunità per i partecipanti. Quest’anno gli iscritti sono ltre 1.600 anche se i partcipanti normalmente sono di meno. Questi numeri posizionano il Dot Net Campus come la più grande conferenza tecnica dedicata a Microsoft in Italia.

Se siete interessti a partecipare il prossimo anno alla sessione di Roma e magari valutare la sponsorizzazione che permette sia la raccolta di curricula sia la presentazione dei propri servizi ai partecipanti contattatemi alla seguente mail.

sponsorship.manager@technicalconferences.it o al tel 3480749141

Quest’anno è ancora possibile sponsorizzare le sesioni più piccole, ma sempre interessanti di COSENZA 15 Maggio e CESENA  14 Giugno 2013.

Per maggiori informazioni non esitate a contattarmi.

…e il “5 stelle” per le organizzazioni?


E’ incredibile come leggendo la politica sui giornali si concretizzino delle visioni che oggi sono realtà per molte persone, ma vengono ancora considerate come stranezze di cui si parla poco e con sospetto.

Faccio un esempio: io sono sempre stato favorevole alla TAV, spostiamo le persone più velocemente e facciamo più business. Quando recentemente ho sentito Grillo che diceva che è inutile fare grandi opere pubbliche costossime come la TAV in questo momento di crisi, e lo stesso continuare in un altro punto del programma parlando di sviluppare internet, ho riflettuto a lungo. Noi siamo ancora abituati troppo a ragionare con strumenti attuali senza vedere come potrebbero essere gli scenari futuri.

Se invece di investire per spostare le persone e le merci, l’energia e i soldi, provassimo ad investire per spostare informazioni, solo le merci indispensabili, e magari esportare beni prodotti in Italia all’estero, e cercassimo invece di investire veramente per sviluppare: energie rinnovabili, cibo a km zero, cultura digitale, creatività delle persone, operatività dei giovani (risorsa ora sprecata), istruzione, e sviluppo.

Siamo una società creativa, moda, arte, etc…non possiamo ostinarci a volere diventare come i tedeschi e realizzare grandi progetti tradizionali, noi siamo forti nella visione, nel design, nelle idee, invece ci ostiniamo a volere fare i finanzieri e basare lo sviluppo sulla copia dei modelli che ci impongono gli anglosassoni.

Parliamo degli strumenti che abbiamo, ad esempio tanti giovani che vogliono lavorare, strumenti digitali per farli lavorare, collaborare anche a distanza…eppure le aziende, come la politicha sono ancora gestite da persone anziane che spesso non riescono ad avere il tempo per comprendere le dinamiche delle persone che lavorno con loro e le potenzialità produttive che i giovani avrebbero se fossero utilizzati adeguatamente.

Come possiamo rendere la nostra società più produttiva? con una metodologia di cambiamento che si chiama “Reverse Coaching”.

Noi partiamo sempre dal pesupposto che le persone con più sperienza debbano insegnare ed i giovani imparare. In questo periodo di cambiamento in cui tutta la società e e le azinede devono cambiare approccio al business sono proprio i giovani che hanno gl istrumenti, quelli che recentemente si sono sviluppati, per affrontare il cambiamento ed il futuro.

Bisogna accelerare il cambio generazionale nelle aziende, ma questo non significa far entrare i figli in posizioni di comando perchè potrebbero non essere adatti. Cerchiamo manager giovani? affianchiamo i giovani impiegati di talento ai manager anziani e aiutiamo questi ultimi a comprendere le nuove dinamiche comportamentali. Usiamo la creatività della nuova generazione non sottopagandola, ma coinvolgendola in progetti di cui essi diventano proprietari e responsabili e noi “Advisor”.

Il modello di società di business a cui siamo abituati oggi, nasce da presupposti della rivoluzione industriale e le organizzazioni spartono da quelle sviluppate per realizzare le grandi ferrovie americane o la fabbrica delle automobili Ford. Il modo è cambiato completamente e le organizzazioni continuano a funzionare come 50 anni fa, tranne poche.

Per cambiare i processi e le persone è necessario investire molto in processi competenze e tecnologia. Perchè oggi è differente:

  1. La tecnologia è tutta disponibile dal mondo consumer
  2. I processi possono essere semplificati con un buon Marketing
  3. Le persone possono lavorare in modo più produttivo se utilizzano nuove competenze adeguae ai processi ed alle tecnologie contemporanee.

Una azienda, per fare questi cambiamenti ha bisogno di un investimento in consulenza oppure fare leva su risorse interne. Il coaching con le risorse interne costa meno ed è atrettanto efficace se gestito bene.

Proviamo a vedere le cose sotto una prospettiva rovesciata e troveremo la strada per l’uscita da questo periodo rivoluzionario.

Impietosa, ma realistica analisi della piccola impresa Italiana di Unicredit


Nell VIII rapporto sulla Piccola Impresa Italiana di Unicredit che copre il periodo 2011-2012 c’è il massimo realismo possibile sperando che si traduca in spinta a rivoluzionare il modo di operare dei “gestori” della politica e dell’economia italiana ormai verso il declino.

Cito testualmente: “…Le imprese italiane devono dunque fare i conti con una situazione di mercato non facile, aggravata dall’attuale crisi del debito sovrano. Oltretutto, i dati macroeconomici relativi a prodotto interno lordo e produttività evidenziano come l’economia italiana si trovi già da lungo tempo in una fase di quasi stagnazione, iniziata a partire dalla fine degli anni novanta. Da 10 anni oramai la produttività totale dei fattori italiana è rimasta stabile (a differenza di tutti i paesi OCSE) causando la stagnazione dei salari, la perdita di competitività e soprattutto la disaffezione delle imprese estere a investire nel nostro Paese. Solo sfiorata dalla image

crisi finanziaria globale del 2007-2008, l’Italia è stata poi colpita in pieno dalla conseguente recessione mondiale del 2008-2009, che ne ha spinto indietro di dieci anni il livello della produzione e ridotto notevolmente le possibilità di crescita legate alla domanda interna. Le imprese sono e saranno sempre più costrette ad affacciarsi sui mercati internazionali, ma il quadro non è confortevole, e i rischi di progressivo declino nel contesto internazionale sono concreti, in mancanza di una rinnovata capacità a conformarsi ai cambiamenti del contesto esterno.image Il nostro sistema produttivo è infatti dominato da realtà piccole e familiari. Se nel passato queste caratteristiche hanno permesso di adattarsi con successo alle condizioni di mercato prevalenti, ora si incontrano crescenti difficoltà a reggere la competizione in un contesto globalizzato in cui grande dimensione, complessità e innovazione sono caratteristiche essenziali per sfruttare i guadagni di efficienza offerti dalle nuove tecnologie e affermarsi sui mercati esteri – in particolare, su quelli lontani ad alto tasso di crescita.”

Perdita di competitività, di produttività, di innovazione… punti che il Politecnico di Milano collega alla mancanza di cultura digitale in questo commento alla ricerca in questione.

La cultura digitale e la cultura imprenditoriale in particolare non aiutano le imprese italiane ad essere competitivo sul mercato internazionale, ma un fenomeno che la ricerca evidenzia come distintivo e positivo sono la crescita costante delle reti di impresa.

Diversi analisti suggeriscono da tempo la nascita della nuova tendenza della WE ECOMONY, l’economia della partecipazione, della partnership per essere più efficaci e condividere i rischi. Ebbene le reti di impresa, si professionisti, vanno in questa direzione e secondo la ricerca di Unicredit creano diversi benefici per le aziende associate.

Poiché uno dei problemi è la dimensione media delle aziende italiane rispetto a quelle internazionali la rete di impresa permette di creare aggregazioni che hanno una buona massa critica e permettono una efficienza di scala infatti cita il rapporto…” Al di là di fusioni e acquisizioni, negli ultimi anni si sono sviluppate forme differenti di collaborazione tra imprese, che spesso sono sfociate in un Contratto di Rete, uno strumento relativamente recente, che dà alle imprese la possibilità di offrire al mercato una produzione integrata o di coordinarsi su alcune fasi dell’organizzazione. Abbiamo citato l’effetto (negativo) di una gestione troppo familiare sulla crescita dimensionale. In questo senso, il Contratto di Rete potrebbe fornire una soluzione efficace, in quanto permetterebbe alle imprese di tipo familiare di mettere a fattor comune idee e risorse, per acquisire competenze manageriali altrimenti non accessibili.”

Segnalo a tale riguardo una recente rete che ho creato con altri manager per promuovere l’innovazione e la produttività nel tessuto delle PMI Piemontesi. www.netmanagers.it

Personalmente credo che la cultura digitale debba anche essere messa al primo posto dagli imprenditori che non solo devono investire, come a volte fanno, ma devono utilizzare gli investimenti fatti per cambiare il modo di gestire le proprio imprese, il modo di lavorare delle proprie persone ed il modo di controllare il proprio business.

E’ poco il lavoro da casa, poca la formazione, inutile il controllo con la timbratura dei cartellini, inutili la mole di carta e gli archivi cartacei, inutili gli investimenti ICT in sistemi super accessoriati che poi non sono utilizzati dalle persone perché l’organizzazione ed il personale remano contro la flessibilità delle persone e non sanno fare emergere le idee. La strada da fare nella testa delle persone che hanno posizioni decisionali, e che anche secondo il rapporto sono di età più alta della media degli altri paesi, è sicuramente incompatibile con le esigenze di cambiamento urgenti che ci pressano oggi. Ma a questo non vedo soluzioniTriste.